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09 Novembre 2020
La pianta del mondo
Parlare della Terra, ovvero raccontarne le storie e la Storia (persino la Rivoluzione Francese), equivale a parlare di piante. C’è sempre una pianta intrecciata ad un avvenimento umano, perché le piante costituiscono la mappa, meglio sarebbe scrivere la ‘pianta’, sulla quale è costruito il mondo. Del resto come sottrarre al regno vegetale il suo ruolo di protagonista indiscusso? Esso rappresenta nel suo insieme l’85% della biomassa (ovvero Il peso della sostanza vivente) mentre il regno animale (cui l’uomo appartiene) raggiunge appena lo 0,3%. Dunque tutto comincia (e finisce) con le piante? A sostenerlo con forza è l’ultimo libro di Stefano Mancuso La pianta del mondo (Bari, Laterza Editori, 2020; pp. 200; 18 euro).
Il Direttore del Laboratorio internazionale di Neurobiologia dell’Università di Firenze, ammette di provare per le piante un sentimento analogo all’amore. Scrive Mancuso “Tutti coloro che si sono innamorati sanno di cosa sto parlando: è quella strana sensazione per cui ogni cosa nell’universo, non importa quanto distante o marginale, ci appare in qualche modo legata all’oggetto del nostro amore”
Dalla costruzione delle città a quella degli strumenti musicali, dalla datazione archeologica ai viaggi spaziali, sino ad arrivare al senso stesso di comunità…sono tante le storie narrate in questo libro (anche a tratti autobiografico) e ciascuna ha al centro una pianta. “Storie di piante che intrecciandosi agli avvenimenti umani si legano le une agli altri nella narrazione della vita sulla Terra” (p. 13)